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CSR -Altri Strumenti (Volunteering, Pro-bono, Festivita’, Covid …)
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Altri strumenti della Corporate Social Responsibility

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Questo è un punto che merita particolare attenzione. Una volta, le aziende erano solite fornire i classici pacchi di Natale ai dipendenti, ma questa pratica ormai è il passato remoto !

Oggi è invece pratica sempre più comune che le aziende propongano a Natale ai propri dipendenti un budget da utilizzare per donazione.  In questi casi, il dipendente non deve eseguire una propria donazione per scatenare il matching (1:1 o accelerato), ma ha disposizione semplicemente una scelta su DOVE allocare questo budget.  

In sostanza, una volta inserita l’Associazione nella lista delle no-profit applicabili, il dipendente deve semplicemente indicarla per favorire la donazione. Per esperienza, si tratta di budget di 100-200$ per-dipendente, di sicuro interesse nel momento in cui l’Associazione, con il proprio “marketing”, ha già eseguito l’inserimento nei database come nel paragrafo precedente.

Coinvolgendo il maggior numero di dipendenti di tali aziende nella propria cerchia di influenza, si può raccogliere un discreto gruzzolo, senza sforzo e senza intaccare il patrimonio del donante, dato che il tutto è a carico delle aziende.

L’esempio in questo post si riferisce al periodo natalizio, ma e’ solamente un esempio. Molto spesso le aziende propongono propri metodi di stimolo alle donazioni, gestite con fondi propri, semplicemente dietro stimolo dei propri dipendenti.

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Il Service Learning (Volunteering) e le donazioni successive

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Cominciamo con il chiarire cos’è il Service Learning. Dal punto di vista generale, è un approccio che permette di realizzare percorsi di apprendimento in contesti di vita reale, finalizzati allo sviluppo di competenze disciplinari, trasversali, professionali e volti alla partecipazione attiva degli studenti (Fiorin, 2016).

Nei fatti, è una proposta estesa su scala mondiale pur secondo accezioni diverse, in letteratura infatti sono presenti numerose definizioni di Service Learning. Presentiamo quella di María Nieves Tapia, fondatrice e direttrice del Centro Latinoamericano de Aprendizaje y Servicio Solidario, che lo definisce come «un insieme di progetti o programmi di servizio solidale (destinati a soddisfare in modo delimitato ed efficace un bisogno vero e sentito in un territorio, lavorando con e non soltanto per la comunità), con una partecipazione da protagonisti degli studenti, che va dalla fase iniziale di pianificazione fino alla valutazione conclusiva e collegato in modo intenzionale con i contenuti di apprendimento (includendo contenuti curricolari, riflessioni, sviluppo di competenze per la cittadinanza e il lavoro)» (Tapia, 2006)

Nel contesto della Corporate Social Responsibility, il Service Learning è la possibilità offerta ai propri dipendenti di dedicare, ad esempio, 40 ore (= una settimana …) della propria giornata professionale, pagati regolarmente dall’azienda, per supportare attività in Associazioni NoProfit. E’ uno strumento molto importante, che di fatto stimola i dipendenti dell’azienda a prodigarsi nel sociale, senza necessita’ di prendere giorni di ferie o avere impatti sulla propria retribuzione.

Parlando di finanziamento delle Associazioni NoProfit, è importante segnalare come tipicamente le aziende propongano, all’atto della conclusione del servizio di Service Learning dei propri dipendenti, una donazione diretta con fondi propri.

Per l’Associazione NoProfit e’ quindi un doppio beneficio, di lavoro ed economico.

Si consideri l’esempio dell’azienda VMware, Inc.  Ogni dipendente ha a disposizione 40 ore, alla fine del periodo l’azienda si impegna a donare 628.31 $ all’Associazione:

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In generale, il Service Learning viene anche comunemente riferito come Volunteering, proprio a sottolineare l’attività di puro volontariato, pur generalmente pagato dalle aziende. In questo contesto si e’ soliti distinguere due modalità: la Paid-Release Time, dove di fatto l’azienda offre un numero di ore ai dipendenti che sono liberi di impiegarle in associazioni ed enti noprofit (in media, secondi il report CECP del 2019, sono 20 ore lavorative per-dipendente); la Flexible Scheduling, che di fatto è una facilitazione ai dipendenti di avere un orario flessibile per poter inserire attività di volontariato nel loro programma. Di seguito, secondo il report “Giving In Numbers”, pubblicato da CECP nel 2019, le principali opportunità di Volunteering offerte dalle aziende internazionali, con ampia percentuale di aziende con headquarter in America su un panel di quasi 200 imprese:
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La parte News di questo blog mostra molte statistiche e report sull’utilizzo di questo strumento, da considerarsi vera colonna del concetto stesso di Corporate Social Responsibility.
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I servizi Pro-Bono, quando le professionalità dei dipendenti entrano in azione …

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I servizi Pro-Bono sono, di fatto, un caso particolare di Volunteering, ma dove la professionalità e le abilità specifiche dei dipendenti delle aziende diventano il vero fulcro della questione.

Ogni ente e associazione No Profit ha bisogno di competenza, sotto diverse forme. Con i servizi Pro-Bono, così come i servizi cosiddetti di Board Leadership, entrambi parte integrante dei programmi di Corporate Social Responsibility aziendale, i dipendenti possono mettere a disposizione le proprie competenze per supportare la gestione e l’organizzazione stessa di questi enti.

Gli skill più richiesti dagli enti No Profit, in generale, sono quelli finanziari, analisti di dati, ruoli di management.

Il grafico mostrato nel post precedente, mostra come ormai i servizi Pro-Bono siano nella Top 3 delle proposte di Service Learning aziendale, proponendo tra l’altro importanti tassi di crescita. Secondo il report CECP da cui è estratto il grafico, c’è stato un incremento di circa il 7% nel numero di aziende che propongono questa possibilità, arrivando a coprire il 65% delle aziende parte di un campione internazionale di centinaia di aziende.

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L’esempio del COVID-19 (i programmi Corporate Social Responsibility di “Disaster Relief”)

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Eventi negativi che hanno un grosso impatto sul territorio dove operano le aziende, sono purtroppo possibili e producono disastri, soprattutto dal punto di vista sociale.

In generale, le aziende più evolute dal punto di vista della Corporate Social Responsibility, rispondono in tempi brevi proponendo varie forme di aiuto, non ultimo il finanziamento attraverso donazioni delle associazioni noprofit.

Il COVID-19 che ha prodotto i disastri in Italia, e in generale nel mondo, a inizio 2020 e’ stato una delle micce che ha azionato diversi programmi definibili in ambito CSR. Nei fatti, le aziende hanno risposto aumentando il proprio budget per dipendente (a titolo di esempio, l’azienda VMware ha portato il budget a disposizione per dipendente da 3000$ a circa 5000$) oppure hanno implementato specifici programmi.

Le pratiche discusse in questo post sono aggiuntive rispetto alle classiche donazioni che l’azienda, direttamente, elargisce verso uno specifico ente (es: la Protezione Civile). L’interesse in questo post e’ invece quanto può essere stimolato dal dipendente !

Nel seguito di questo blog, spesso tale iniziativa viene definita “Disaster Relief”. Seguono nel blog diverse statistiche ed esperienze in tal senso. A titolo di esempio, nella sezione del blog relativa ai casi reali è possibile consultare il caso dell’azienda FORTINET, Inc. e Associazione OstiaScacchi-ASD.

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Fabio Palozza
  • Dirigente da quasi 25 anni in aziende multinazionali dell’Information Technology e della Sicurezza Informatica, con responsabilità in ambito tecnologico, marketing tecnico sia in Italia che in EMEA (Europa, MedioOriente e Africa).
  • Presidente e co-fondatore di OSTIA SCACCHI (Roma), associazione sportiva leader in Italia nell’ambito scacchistico giovanile, con 8 scudetti a squadre conseguiti solo negli ultimi 4 anni in diverse categorie giovanili, ente no profit quasi completamente finanziato da iniziative di CSR (Corporate Social Responsibility).
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